domenica 7 ottobre 2007

La Rocca Pia.



La Rocca Pia è una fortezza risalente alla metà del '400 situata in quello che oggi è il cuore della città di Tivoli. La costruzione del castello si deve al Papa Pio II Piccolomini che nel 1461 affidò i lavori della costruzione agli architetti Niccolò e Varrone, allievi di Filarete. Ancor oggi sul portale d'ingresso della Rocca campeggia l'iscrizione :
“grata bonis invisa malis inimica superbis sum tibi tibure enim sic pius instituit” (grata a buoni, malvista dai cattivi, nemica ai superbi, sono per te. o Tivoli, poiché così volle Pio) la quale ricorda la capitolazione della "Tibur Superbum" al potere papale. La costruzione fu completata nel corso del '400 da Sisto IV della Rovere o, secondo altri, da Alessandro VI Borgia. Altre modifiche furono apportate nel corso del '500. Il castello sorge sui resti di una necropoli risalente all'Età del Ferro ed in prossimità di un anfiteatro romano che al tempo della realizzazione della rocca fu raso al suolo per impedire che possibili nemici potessero ivi trovarvi riparo. Attualmente, dell'anfiteatro, detto "di Bleso" rimangono solo alcune rovine. Utilizzato, inizialmente, come fortezza strategico-militare, la Rocca Pia venne successivamente utilizzata come caserma e come carcere. Recentemente sono stati recuperati e aperti al pubblico i resti dell’antico anfiteatro ai piedi del complesso, la Rocca invece nonostante i restauri non ha ancora una precisa destinazione d’uso, né è visitabile, ma conserva ancora intatta la sua imponente monumentalità.
La Rocca Pia ha pianta quadrangolare irregolare con quattro torrioni di cui uno più alto (36,50 mt) fungeva da mastio e contiene sei stanze sovrapposte; il secondo, alto 25,50 m, ne contiene 5, mentre i due minori, collocati verso la cittadina, ma aperti sul cortile solo alti 18 m e contengono solo 3 stanze sovrapposte ciascuno. All'interno delle mura si apre un cortile. Le soomità delle mura non presentano attualmente gli originali merli che sono invece perfettamente conservati sulle quattro torri. L'intera struttura è realizzata con blocchi di tufo.

Alcune curiosità

La Rocca Pia in costruzione viene rappresentata negli affreschi della Camera degli Sposi del Castello di San Giorgio di Mantova.
Nella Rocca, il pontefice Paolo III approvò, il 27 settembre 1540, la "regola" della nascente Compagnia di Gesù presentatagli dal generale dell'ordine, S.Ignazio da Lojola.

Nota : L'elaborazione grafica 3D del Castello e del vicino anfiteatro è di Ricci Daniel
(email mr_drayton@hotmail.it) altre elaborazioni dello stesso autore sono visionabili all'indirizzo http://sketchup.google.com/3dwarehouse/search?uq=13415094449636410477


La rocca Pia


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Fonti




Castelli del Lazio, www.castellidellazio.com, Castello di Tivoli,




G. Coccanari, Nozioni sulla storia di Tivoli, Società Tiburtina di Storia e d'Arte

giovedì 4 ottobre 2007

Peppe lu pittore e lu leò

Quannèro micchittu, nonnoma, bon'anima, me raccontea sembre 'nfattu ch'era successu esso a Tivuli tando tembu fà.
La sòra Ada avea da rimette a novu lla casa 'ndò abbitea e volea, mette 'nquadru pe lla sala : magara 'mbellu leò, co lla criniera areccioluta, bellu ... forte... c'ha vedellu se devea da dì "...ammazza che leò!".
Pensa e t'arepensa, ghì da Peppe lu pitture.
Ada : "A Pè me doverissi da fà 'nlavorittu pe lla sala, me ce deverissi da mette 'nu leò bellu, forte cò 'na criniera bella reccioluta. Ma m'ha dà fà 'nbellu leò! "
Peppe : " vabbè. vabbè, ma quantu vò spenne? "
Ada : " A Pe, 'ngumicemo subbitu co li sordi! "
Peppe : "Se vò spenne pocu, te lu facciu senza catena, se 'nvece vò spènne 'mpò de ppiù, te cci faccio pure la catena "
Ada : "La cetena? ... lascemola perde 'sta catena... nun cci la mette Pè ... famme 'nbellu leò"
Peppe te ghì a fà ssu lavorittu e tte cci mise 'nmezzu a lla sala propriu 'nbellu leò! La sala de la sora Ada sembrea 'nara: lu leò facea bella fegura!
Te passa mpò de tempu, d'immernu se messe a piove, e piovi che tte piovi, a la sora Ada ci ssè bagnà tuttu lu quadru, perchè lu tittu ci perdea. 'Na mmatina vedde che ss'era tuttu scancellatu e leò 'nze vedea ppiù! Corze subbitu da Peppe co tutte le fregne!
Ada : " A Pè, me si fregatu! Lu leo 'nze vede più, lu quadru se cancellatu! "
Peppe :" Embè, e mò che volerissi da me? che tt'era dittu io? La vò la catena o nno lla vone? e tu che me si dittu? ma lascemola perda 'sta catena, 'nci a mette! Si voluto aresparmia, se missu a ppiove e lu leò senza catena chiappa e sè nn'è itu.........! "
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Liberamente tratta dalla prosa in dialetto tiburtino "Peppe e lu leò" di Giovanna Consalvi Colanera nella raccolta "Lu Core de Tivuli"

mercoledì 3 ottobre 2007

Il territorio di Tivoli.


Tivoli (C.A.P. 00019) appartiene alla provincia di Roma e dista 33 chilometri da Roma, capoluogo della omonima provincia. La città si trova al 41° grado di latitudine Nord e al 12° grado di longitudine est. Tivoli conta 53.649 abitanti (Tiburtini) e ha una superficie di 68,5 chilometri. Sorge a 235 metri sopra il livello del mare. La città poggia su sedimenti fluviali e pertanto non è mai stata soggetta a violenti terremoti, essa giace su un colle che declina in dolce declivio verso la campagna romana tanto da meritarsi da Orazio l’appellativo di “Tibur Supinum”. Il clima è mite : la salubrità del clima tiburtino era nota sin dai tempi antichi, tanto da essere decantata dai poeti Catullo, Orazio, Marziale. Secondo quest’ultimo, l’aria di Tivoli ha il potere di rendere bianca la pelle e di ridare all’avorio il suo naturale splendore. Frazioni del comune sono : Tivoli Terme (già Bagni di Tivoli), Villa Adriana, Campolimpido e Favale.
(in alto un immagine da Google Earth del territorio di Tivoli)
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Fonti
G. Coccanari, Nozioni sulla storia di Tivoli, Società Tiburtina di Storia e d'Arte
Immagini da satellite da Google Earth

L'origine di Tivoli.


Secondo la tradizione, l'antichissima Tibur fu dapprima abitata dai siculi, dai quali prese il nome di Siculeto, poi dagli aborigeni e fu denominata Polistephanon che significa "corona della città". La presunta fondazione si fa risalire al 1215 a.C., Tivoli sarebbe esistita già 462 anni prima della nascita di Roma. Anche il nome, però, come le sue origini non sono certe. L’ipotesi più accreditata è quella che connette il toponimo con il termine «teba o teiba» ovvero «città costruita su un colle». Il più antico centro abitato viene collocato in prossimità della zona indicata come Aqua Aurea, attualmente Acquoria, nella zona dove sorge la grande centrale elettrica, ma al tempo della cacciata dei siculi, la città era già posta in zona Castrovetere (Cittadella) irta di bastioni e torri di difesa. Secondo antiche tradizioni i figli di Anfiarao, nato dalle nozze di Apollo con Ipermestra, espatriati dalla Grecia dopo la guerra contro Tebe, arrivarono, al termine di un leggendario viaggio, in Italia dove nei pressi di un fiume (l'attuale Aniene) diedero vita alla città. Catone afferma, secondo alcuni storici, che Tivoli fu fondata da Catillo Arcade prefetto della flotta di Evandro. Secondo altri la città fu fondata da giovani argivi. Catillo ebbe tre figli: Tiburto, Corace e Catillo II che cacciarono i siculi dall'antica città la ingrandirono, la fortificarono e la denominarono Tibur in onore del loro fratello maggiore. "Tibur, sicut Cato facit testimonium, a Catillo Arcade præfecto classis Evandri; sicut Sextius ab Argiva juventute. Catillus enim Amphiarai filius, post prodigialem patris apud Thebas interitum Œclei avi jussu, cum omni fœtu ver sacrum missus tres liberos in Italia procreavit, Tiburtum, Coram, Catillum, qui depulsis ex oppido Siciliæ veteribus Sicanis, a nomine Tiburti fratris natu maximi urbem vocaverunt"(CAII JULII SOLINI DE MIRABILIBUS MUNDI CAPITULA I - VI ). Secondo la leggenda, Tiburto prestò soccorso a Turno, re dei Latini, nella guerra contro Enea, consacrò la città ad Ercole e alla sua morte fu annoverato fra gli Dei. Nella successione dei secoli, i latini per indicare lo stato in luogo, usarono la parola Tiburi, anzichè Tibur, e a poco a poco la denominazione della città divenne Tibori, Tiboli ed infine Tivoli.
(in alto un'immagine di Anfiarao)

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Fonti
G. Coccanari, Nozioni sulla storia di Tivoli, Società Tiburtina di Storia dell'arte
The latin library, Solinus, http://www.thelatinlibrary.com/solinus1.html

martedì 2 ottobre 2007

Signori si parte!!!

Ho dato vita a questo blog con l'obiettivo di raccogliervi immagini, notizie, storie, storielle della mia città. Spero di riuscire nell'intento! Per ora cercherò dei gadget da aggiungere al blog oltre a ricercare foto e notizie della città.